I viaggi di Ennio

Strade di Albania
Questo è il terzo anno consecutivo che andiamo in Grecia con la nostra Honda Deauville, non siamo più tanto giovani ma di sicuro non ci manca lo spirito di avventura e così, quest’anno abbiamo pensato di andarci via terra attraversando Slovenia, Croazia, Montenegro e Albania. Il primo anno ci eravamo imbarcati a Venezia con destinazione Patrasso per il giro del Peloponneso, l’anno scorso ci siamo imbarcati ad Ancona con arrivo a Igoumenitsa per il tour delle Cicladi.
Il grande enigma erano le strade in Albania e, nonostante le ricerche su internet e le informazioni richieste, quello che mi era stato detto era ben lontano dalla realtà che abbiamo trovato.
All’andata abbiamo previsto di entrare in territorio albanese dalla costa del Montenegro, attraverso strade secondarie, ma comunque asfaltate, raggiunta Scutari giù a Tirana con l’unica grande statale, da qui a Elbasan e via verso i laghi di Ocrida, Macedonia e poi Grecia.
Al ritorno, arrivando da Igoumenitsa, visita a Saranda, costa adriatica fino a Durazzo, Tirana, Scutari e statale fino a Podgorica capitale del Montenegro.
Consultando la carta geografica le strade scelte dovevano essere tutte asfaltate ed in particolare non dovevano esserci problemi da Scutari a Tirana e da qui a Elbasan e ai laghi di Ocrida per raggiungere la Macedonia e tantomeno al ritorno da Scutari a Podgorica.
Nonostante le contrarietà espresse da amici e conoscenti, siamo partiti per quella che si è poi rivelata una Grande Avventura!
La strada che da Ulcinj, a sud del Montenegro, porta al confine con l’Albania, lascia la costa e dirige verso l’interno, leggermente collinare, attraversando il nulla.
Ci sono solo due paesini segnati sulla carta prima del confine, Krute e Sukobin.
Da informazioni sul luogo veniamo consigliati di non fare la strada interna da Bar a Krute perché ci dicono essere con asfalto vecchio e malandato e stretta.
Fino ad Ulcinj non ci sono problemi, a parte una galleria naturale, da panico, non essendo illuminata ed avendo io gli occhiali con lenti fotocromatiche che non diventano subito chiare.
Non sono molti i km ma Krute non arriva mai e il dubbio di aver sbagliato strada viene dissolto solo dall’incrociare qualche auto con targa albanese.
Il paese è composto da poche case e si trova sulla sinistra; prendiamo a destra verso Sukobin che comunque non è indicato.

Lungo la stradina incontriamo solo due asinelli che pascolano tranquillamente sul bordo, non c’è nessuno.
La dogana è segnalata quando praticamente ci siamo, e dopo le formalità di uscita dal Montenegro, attraversiamo un ponte non molto largo, sorvegliato da militari, che porta alla frontiera albanese.
Il mondo cambia all’istante, la polizia e la dogana hanno per uffici un container e una baracca ma, sia i poliziotti che i doganieri sono molto gentili e in quindici minuti, dopo aver pagato 2 Euro per il permesso di circolazione per la moto, che dovrà essere consegnato all’uscita dal paese, entriamo in Albania.
Il tratto di strada dal ponte fino a poco dopo gli "uffici" di frontiera è in sassi e molto polveroso.
Lasciata la dogana prendiamo la strada per Scutari, non è larghissima ma l’asfalto è buono; intorno a noi la realtà di una vita di povertà e miseria.
Il primo paesino è Murigan, poche case, una moschea….si costeggia il fiume Buné fino a Scutari e si entra in città attraversando un ponte in ferro e tavole.
Non ci fermiamo in città e proseguiamo per Tirana; la statale, tutta in piano, è in buone condizioni ma bisogna fare molta attenzione alle auto e camion che corrono senza osservare molto il codice della strada!
E’ una bella giornata ma un forte vento ci accompagna per tutto il tratto; la strada diventa sterrata in prossimità della capitale; non abbiamo visto indicazioni per Elbasan e quando ci fermiamo arrivano subito ragazzi per darci informazioni: sono molto curiosi e molti parlano italiano.
Inizia a piovere e dopo una sosta ad un distributore, passiamo velocemente il centro della capitale e ci dirigiamo verso Elbasan.
La strada, segnata come statale sulla carta, comincia a salire, non è larghissima e si sale …si sale e intorno a noi solo montagne e sopra di noi un cielo plumbeo. Ho la netta impressione che questa non sia la strada che cercavo, quando comincia la discesa, davanti a noi una grande vallata e ci immettiamo in quella che presumo fosse stata la statale.
Ci dirigiamo verso Librazhd e Perrenjas, l’asfalto è buono e davanti a noi si profilano montagne rosso cupo; si intravvede la strada che sale a zig zag….ci aspetta una bella salita.
Incrociamo un paio di moto, sono tutti infangati, non devono aver trovato belle strade ma noi non ci scoraggiamo.
Inizia la salita, ci sono numerosi "autolavaggi", ma al momento non capiamo, la strada è molto trafficata, molte auto e camion affrontano la salita che fortunatamente ha anche la corsia per veicoli lenti.
Quando si arriva in cima, il confine con la Macedonia è segnato a tre chilometri, davanti a noi uno spettacolo incredibile: il lago di Ocrida contornato da montagne ancora innevate. L’indicazione era messa così bene che abbiamo sbagliato strada.
Da qui, o si torna indietro fino al passo, oppure si prende per Pogradec e Korcè per entrare in Grecia dal valico di Bilisht.
Prendiamo la strada che va a sud e che costeggia questo grandissimo lago, e un poliziotto ci conferma essere in buone condizioni.
Purtroppo non è così e, a causa di lavori, la strada non è più asfaltata fino a oltre Pogradec, il fondo è di roccia sbriciolata e fango rosso. Da qui poi e fino al confine sembra di viaggiare su una super strada; in questa zona infatti le strade sembrano appena rifatte.
Anche qui alla dogana, senza alcuna difficoltà, pagato 1 Euro per la riconsegna dell’autorizzazione al transito della moto, in 10 minuti sbrighiamo le formalità ed entriamo in Grecia.
Dopo aver completato il nostro tour attraverso Grecia, Turchia (costa dell’Egeo), aver visitato Rodi e Kos, ritorniamo verso casa.
Siamo arrivati ad Igoumenitsa sotto una pioggia battente e andiamo direttamente al porto per vedere gli orari e le disponibilità per un nostro eventuale rientro in traghetto.
Nel parcheggio incontriamo una coppia di motociclisti in attesa della nave che li riporterà ad Ancona; siamo tentati di rientrare anche noi, scoraggiati dalle nuvole che ci hanno perseguitato negli ultimi chilometri: ci guardiamo negli occhi, sarebbe come gettare la spugna … decidiamo di aspettare il giorno seguente e solo in caso di pioggia decideremo per il rientro in Italia con la nave.
Al nostro risveglio, giovedì 08 maggio, il sole ci annuncia una bellissima giornata e, senza alcuna esitazione, ci prepariamo all’attraversamento dell’Albania per visitare la tanto nominata Sarande.
Arriviamo al confine passando da Filiates e ci accorgiamo di una strada forse nuova che ci avrebbe fatto risparmiare oltre 20 chilometri di montagna, tutta lungo la costa, molto bella.
Alcuni camper sono parcheggiati praticamente sul mare, un posto meraviglioso con vista su Corfù ed un mare…bellissimo!
Il paradiso finisce qui. Il confine è un po’ all’interno, dobbiamo attraversare un percorso obbligato allagato per oltrepassare la dogana, ma questo è solo l’inizio.
Mentre ci vengono controllati i passaporti, notiamo una muraglia rossa di terra e sassi e, non osando pensare che quella sia la strada da percorrere, chiediamo informazioni ad un automobilista che ci conferma sarà solamente questione di otto chilometri.
Non ci scoraggiamo, viaggiamo molto lentamente, siamo carichi e la nostra moto non è adatta per questo tipo di strada.
I nostri timori vengono confermati dai chilometri successivi: è l’inizio dell’inferno, la strada è dissestata e piena di buche, non bisogna assolutamente distrarsi; ad un certo punto si attraversa un ponte e la nostra speranza, viste le sue condizioni, è che ci regga.
Le informazioni erano corrette, dopo gli 8 chilometri di sterrato, siamo sull’asfalto ma è un manto stradale molto vecchio, e con rattoppi grossolani che non permettono comunque di viaggiare tranquillamente. Ad andatura molto ridotta arriviamo al fiume Vivarit e per attraversarlo dobbiamo salire su una vecchissima zattera tirata da terra con funi di acciaio. Salirci fa una certa impressione, il fondo di tavole è piuttosto sconnesso e con grossi buchi, affascinante ma pericoloso….
Attraversato il fiume riprendiamo la strada per Sarande, la strada ritorna sterrata; ci sono lavori in corso, sembra che la stiano costruendo al nostro passaggio: larga, ripida, in roccia frantumata con buche non segnalate e senza nessuna protezione, per fortuna non siamo soli anzi, sembra una strada trafficata.
Lo sterrato non finisce mai ma riusciamo comunque ad arrivare a Sarande: non ne valeva proprio la pena!
Prima di proseguire verso Valona, nel chiedere informazioni ci preoccupiamo solo di sapere se la strada sia o meno asfaltata anche perché da qui sembra sia possibile lasciare la costa e andare sulla statale che corre all’interno.
Ci viene consigliato di proseguire per questa strada costiera perché la strada statale potrebbe essere in condizioni peggiori (ci possono essere condizioni peggiori?).
Alla fine i chilometri da incubo sono quasi 100, fino a Dhermi poi finalmente una STRADA, una nuovissima strada asfaltata che dal mare ci porta a oltre mille metri di altitudine con un panorama mozzafiato. Ci sono due camper di italiani che contemplano il paesaggio, ci fermiamo e consigliamo loro di ritornare indietro perché se, come ci dicono, fino a quel momento la strada è impercorribile, non sanno che cosa li aspetta: speriamo ci abbiano ascoltato.
Comincia poi la discesa, non ci sono problemi fino a Valona mentre, da qui a Lushnje, pur essendo la strada asfaltata, è molto malandata con buche e salti; arriviamo esausti a Durazzo, praticamente abbiamo percorso 270 chilometri in 10 ore!!!
Da Durazzo prendiamo l’unico tratto autostradale che ci riporta sulla statale che collega Tirana a Scutari, la stessa che abbiamo percorso all’andata; ci sono molte pattuglie di polizia munite di rilevatore di velocità.
Attraversiamo la città di Scutari e, questa volta, prendiamo la statale che ci porterà al confine col Montenegro e poi direttamente a Podgorica.
Anche questo tratto di strada è dissestato con buche difficili da evitare; praticamente non incrociamo macchine fino alla frontiera, forse era meglio la strada secondaria percorsa all’andata!
Sicuramente parte della disastrosa rete viaria è da attribuire ai lavori in corso ma anche dove questi non ci sono attraversarla è pericoloso; forse, fra cinque o forse dieci anni, i nostri posteri troveranno delle meravigliose larghissime strade asfaltate
Con un sospiro di sollievo lasciamo l’Albania e le sue strade da incubo.
Sono un amante delle foto e, fermarmi per qualche scatto, a volte voleva dire rischiare la vita per cui ho dovuto evitare anche a causa di mancanza di piazzole e di automobilisti che sfrecciavano noncuranti di noi.
Grazie al cielo non abbiamo avuto problemi: grazie alla moto per non averci tradito, grazie alle gomme che hanno retto a quel massacro, grazie ai freni che hanno tenuto in quelle terribili discese e al tempo che è stato clemente.
Solo ora ci rendiamo conto di aver giocato d’azzardo con la fortuna che però non ci ha mai abbandonato!
Spero che quanto ho scritto possa essere d’aiuto a chi, come noi, ha programmato di attraversare l’Albania. Buon viaggio e, non fermatevi mai!
Ciao Ennio e Carla
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